14.03.2010 - Pallavolo Arcobaleno vs GS Gazzo (3-2)

22/03/2010

Cosa ci può essere di meglio di una bella vittoria per ricominciare a raccontare le imprese dell’under 16? Cosa volere di più dalla vita? Nulla, nemmeno un Lucano! Il problema, però, è che è difficile riuscire a descrivere ciò che non si può esprimere a parole: così come, al fischio finale, ci siamo tutte abbracciate saltando di gioia, urlando al cielo la nostra euforia e ridendo l’una nelle orecchie dell’altra, ora  io dovrei, con delle lettere messe in fila che nulla hanno a che fare con i nostri disordinati festeggiamenti, rendere tutti partecipi di emozioni indescrivibili; si converrà che è dannatamente impossibile. Quindi, non trovando parole mie, mi impadronisco di quelle altrui, quelle del nostro capitano;
“Vedere le avversarie felici che stanno vincendo 2 a 0, tu dentro muori, andare al terzo set e vincerlo convinte più che mai. E via un altro set, il quarto, quello decisivo per loro, quello della speranza per noi. Ecco lo abbiamo vinto. Bene ora ci sono altri 15 punti da fare, altri 15 palloni su cui credere. Ci abbiamo creduto ed è finita 3 a 2 per noi. Non riesco a spiegare cosa ho provato quell’ultimo punto di quell’ultimo set, ma posso dire che è stato fantastico. Complimenti a tutte!”
Ecco, questo si può dire, che è stato fantastico. Se ad inizio partita sembravamo degli immobili e inermi cuscini abbandonati in mezzo al campo a scopo decorativo, abbiamo poi scrollato via la nostra patina di pigrizia per risvegliarci tigri, pronte a dare il massimo e di più ancora. Al terzo set, pare ovvio; perché se non tenessimo sulle corde i nostri spettatori, non saremmo più noi. Come molto spesso -troppo, spesso- accade, perché sarebbe bello che dessimo il massimo da subito, siamo passate  “da così a così”: il nervosismo, lo scoraggiamento e la paura hanno sorvolato la rete per emigrare da noi alle nostre avversarie che non hanno trovato in tempo utile un antidoto a queste pericolose malattie. Malattie, fra l’altro, contagiosissime che abbattono senza pietà la voglia di giocare; ma a tutto c’è rimedio: qualche cambio in campo se il sestetto non gira, una serie di azioni senza errori e la grinta di una sola, basta anche di una sola, e questi brutti virus sono costretti a battere in ritirata.
Mamma mia che rimonta, che rimontaaaaaaaaaaa! Stupenda, partita stupenda.